lunedì 13 febbraio 2012

Equiseto.

Equisetum arvensis L.
Coda cavallina
Code muscine
Viene considerato una specie di fossile vivente, date le sue antiche origini ed è pressochè cosmopolita.
Per la sua crescita  richiede umidità, terreno siliceo o calcareo con pH vicino alla neutralità.
Appartiene alle crittogame (piante senza fiori nè semi) vascolari (dotata di vasi conduttori interni).
La riproduzione avviene per spore contenute alla base di piccoli scudi presenti in una spiga terminale.
Le spore sono dotate di un movimento a molla, che si innesca col calore.
Nella stessa pianta sono presenti due fusti diversi: uno rossastro o grigio/giallastro e corto (vedi foto), fertile e senza clorofilla, non ramificato, compare in primavera e porta le spore. L'altro verde, scanalato, più alto e ramificato, diviso in molteplici segmenti da nodi, che si ripetono con una certa regolarità. Sterile, è la sola parte della pianta con proprietà medicinali. Compare solo dopo che i fusti fertili hanno concluso il loro ciclo riproduttivo ed è dotato di clorofilla, data l'esiguità della superficie fogliare.
Durante il periodo invernale il fusto aereo scompare completamente e ricompare solo in primavera.
Anticamente il fusto sterile veniva utilizzato per il suo alto contenuto in silice e quindi per il suo potere abrasivo per la pulizia delle bottiglie di vetro.
Essicato e polverizzato, ha proprietà antiemmoragiche, cicatrizzanti, diuretiche, antireumatiche.
Associato all'ortica viene altresì utilizzato per preparati contro la caduta dei capelli.
La polvere per rinforzare le unghie e lenire il mal di denti; il decotto favorisce lo sviluppo deu globuli rossi, per conbattere i calcoli renali; il succo per curare piaghe e ferite. Raro l'utilizzo in cucina e soprattutto in quella orientale: i fusti fertili, in questo caso, dopo essere stati privati della spiga terminale e delle guaine nodali, vengono lasciati a bagno in acqua e limone, quindi cotti e consumati come gli asparagi, pur avendo sapore decisamente diverso.

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