mercoledì 24 aprile 2013

Morchella o Spugnola.

Per il momento pubblico le sole foto, scattate ieri pomeriggio delle prime morchelle raccolte nel 2013. A breve descrizione micologica e ricette.
Morchella esculenta
Spugnola gialla
In francese Morille

La spugnola è un tipico fungo primaverile, che predilige i terreni dove vegetano il frassino, l'olmo o il pioppo. E' un tipico ascomicete, cioè un fungo le cui spore sono contenute negli aschi, specie di tubicini o ampolle. Dotato di gambo e di capello a forma di nido d'ape, chiamato mitra, suddiviso in tante piccole cellette, dette alveoli.
L'interno del fungo è cavo, di un colore biancastro o bianco-ocra. L'odore è marcato, il sapore del fungo crudo non è molto gradevole. La mitra è alta fino a 15 cm e larga fino a 12, con forma conica o globosa e semprte attaccata al gambo.
Esiste poi la Morchella conica o spugnola nera, più slanciata, più piccola, che cresce per lo più in montagna nei boschi di conifere.

E' molto difficile scorgerle sul terreno, poichè si mimetizzano molto bene col fogliame, può capitare di accorgersi della loro presenza solo dopo averle calpestate!
Simile alle spugnole, c'è la Verpa Bohemica col cappello staccato dal gambo, mitra non ben distinta in alveoli e più precoce nello spuntare.
Da segnalare il pericolo di tragici errori, scambiando le spugnole con la gyromitra esculenta, dal cappello simile ad un cervello e priva di alveoli.


Prima di consumare le spugnole, vanno accuratamente lavate, poichè gli alveoli possono essere invasi da insetti e lumache, sciacquandole anche con l'aggiunta di bicarbonato. Per facilitare la pulizia si possono tagliare a metà nel senso della lunghezza.
Terminata la pulizia, ricordiamoci che le "nostre" non vanno mai consumate crude, poichè sono tossiche: quindi cuocerle per bene, finchè l'acqua di cottura non è completamente evaporata.
Se fate un'abbondante raccolta, il miglior modo di conservarle è di essicarle: conservano profumo e sapore.

In Cucina.

Frittata: Trifolare le spugnole con un battuto di cipolle o volendo dopo aver rosolato dell'aglio, aggiungere uovo sbattuto con un pò di latte, formaggio grattugiato, cuocere in olio o burro ed infine spolverare con prezzemolo.

Un ottimo piatto può essere pasta all'uovo, condita con spugnole trifolate e sugo di pomodoro.

Dato il loro marcato sapore si combinano con qualsiasi tipo di erbe aromatiche ed il fungo trifolato
può essere conservato in freezer in recipienti di vetro per tre mesi.
Le morchelle seccate si fanno rinvenire in acqua tiepida per una decina di minuti, utilizzando anche l'acqua di rinvenimento.

Torta di spugnola con ricotta:
Affettare finemente le spugnole ne cuocerle in tegame con aglio, cipolla o scalogno e menta, tritati finissimi. Lasciare raffreddare e mescolare con ricotta, pepe e uova.
In una teglia imburrata stendere la sfoglia e farcire con metà spugnole, quindi ricoprirle con formaggio di mezza  stagionatura ridotto a scaglie, aggiungere le restanti spugnole e chiudere con la sfoglia.
Mettere in forno a 170 gradi, controllando lo stato della cottura, ottenuta quando la torta appare dorata e croccante.

Pollo con spugnole:
Mettere a cuocere del pollo o comunque carne di animali da cortile in brodo di verdure ed aggiunta di vino bianco, a metà cottura aggiungere le spugnole trifolate in precedenza.

Crostini di spugnole:
Affettare le spugnole e trifolarle al solito; una volta evaporata l'acqua di cottura, aggiungiamo formaggio di malga tagliato a pezzetti e mescoliamo, quindi mettiamo i funghi sui crostini di pane, bagnando con olio extravergine di oliva e scaldiamo il tutto per alcuni minuti.

Naturalmente i vini di accompagno sono a vostra scelta.




giovedì 11 aprile 2013

Primi "marzuoli" 2013

Oggi, dopo un lungo letargo invernale, di durata stancante, prima uscita micologica, ricompensata da una buona raccolta degli squisiti marzuoli, il cui riconoscimento ed utilizzo è stato da me illustrato in un post precedente. La ricerca non è stata facile, dato il notevole mimetismo di questo micete, ma proprio per questo gratificante per la raccolta. Vi pubblico una sequenza di foto scattate nel bosco; quale? mi chiederete. Ma il mio "orticello" naturalmente!







Guardate come sono ben nascosti. Ci vuole veramente un occhio fino per scorgerli.

giovedì 4 aprile 2013

" E' nato prima l'uovo o la gallina?"

Chi non si è mai posto questa domanda o comunque ha sentito questa espressione? La risposta è sicuramente l'uovo, e cercherò di spiegarvi perché.
Basta tenere presente la teoria dell'evoluzione di Darwin.Gli uccelli discendono dai rettili, perciò il primo volatile deve essere uscito da un uovo deposto da un rettile.
E ora descriviamolo un pò nei dettagli.
Per un biologo un uovo è un ovulo, la cellula riproduttiva femminile che, fecondata da uno spermatozoo, si sviluppa in un embrione.
Ovulo e spermatozoo sono detti gameti o cellule sessuali. In un uovo di gallina queste due minuscole cellule si fondono nel "disco germinale" o blastodisco. Intorno c'è il tuorlo o giallo d'uovo, che fornisce il nutrimento al pulcino che cresce. Il tuorlo è circondato dalla chiara o albume (dal latino albus-bianco), anch'esso nutriente, ma il cui compito principale è di proteggere il tuorlo, tenuto fermo al centro dell'uovo da due cordoncini arrotolati chiamati calaze (cordoncino bianco che assomiglia ad una collana di perline).
Intorno all'albume c'è il guscio, fatto di carbonato di calcio, la stessa sostanza delle ossa, dei gusci dei molluschi e di alcune rocce, poroso, perché il pulcino possa respirare e l'aria è racchiusa in una sacca tra albume e guscio. Una gallina produce tutto quanto da zero in un solo giorno.
Siccome il guscio è poroso, se conservate a lungo un uovo il tuorlo e l'albume assorbono aria e si seccano.
Ecco perché le uova marce galleggiano.Per scoprire il colore delle uova, che la gallina deporrà, bisogna guardare il lobo delle orecchie. Le galline con lobi bianchi depongono uova bianche, quelle a lobi rossi, uova marroni. Quindi il colore delle uova non ha niente a che fare con l'alimentazione della gallina.
Come curiosità, l'ovulo della femmina umana, pur essendo mille volte più grosso di una cellula media, ha le dimensioni del punto a fine frase.