Buon Enrico, Farinello
Chenopodium bonus enricus
Pel di musç, pissjavon
Il nome Buon Enrico pare sia stato attribuito da Linneo in onore di Enrico IV di Navarra, protettore dei botanici e chiamato, appunto, dai francesi Le bon Enry. Il termine chenopodium deriva invece dal greco chen= oca e podion= piede per la forma delle foglie.
Pianta perenne, facilmente riconoscibile perchè la pagina inferiore delle foglie, al tatto, lascia sulle dita come una polvere di gesso. Presenta inoltre infiorescenze a spiga di colore rossiccio e fiori ermafroditi (sia maschio che femmina:stami e pistilli).
Cresce in prossimità dei casolari e delle malghe di montagna fino ai 2100 m., in terreni incolti concimati.
Può essere coltivato ed è conosciuto come spinacio di montagna e come orapo nell'appennino centrale.
In cucina si usa come sostituto dello spinacio, di cui presenta un sapore più " selvatico" ed è ricco di ferro, sali e vitamine. Combatte l'anemia, è un buon ricostituente, lassativo e depurativo ed emolliente.
Per il suo alto contenuto in acido ossalico è sconsigliato ai gottosi, alle persone sofferenti di reni, artrite e reumatismi. Come uso esterno, si applicano le foglie sugli ascessi, per favorirne la maturazione.
Per uso alimentare si utilizzano i germogli ed anche le infiorescenze immature come verdura cotta o soffritta in padella o come componente della "frite".
Gli è simile il Chenopodium album, con foglie di colore più chiaro e con le stesse proprietà.
E ora alcuni consigli di natura culinaria.
Gnocchi: Sbollentare il buon enrico in acqua salata, scolare. Frullare assieme a uova, farina, ricotta, noce moscata, sale. Preparare gli gnocchi e cuocerli in acqua bollente. Sciogliere del burro, assieme a qualche foglia di salvia, e versare sugli gnocchi ancora caldo, con una spruzzatina finale di formaggio stagionato.
Un mio amico ci aggiunge pure del brodo di pesce.
Mescedot: Sbollentare il buon enrico in acqua salata, scolare, tenendo da parte un pò di acqua di cottura. Aggiungere pane raffermo e lavorare il tutto finchè non si ottiene un impasto omogeneo. In padella rosolare l'aglio e quindi soffriggere pancetta o speck con, se gradito, peperoncino e sale. Unire all'impasto, facendo incorporare il tutto e servire caldo.
Pianta perenne, facilmente riconoscibile perchè la pagina inferiore delle foglie, al tatto, lascia sulle dita come una polvere di gesso. Presenta inoltre infiorescenze a spiga di colore rossiccio e fiori ermafroditi (sia maschio che femmina:stami e pistilli).
Cresce in prossimità dei casolari e delle malghe di montagna fino ai 2100 m., in terreni incolti concimati.
Può essere coltivato ed è conosciuto come spinacio di montagna e come orapo nell'appennino centrale.
In cucina si usa come sostituto dello spinacio, di cui presenta un sapore più " selvatico" ed è ricco di ferro, sali e vitamine. Combatte l'anemia, è un buon ricostituente, lassativo e depurativo ed emolliente.
Per il suo alto contenuto in acido ossalico è sconsigliato ai gottosi, alle persone sofferenti di reni, artrite e reumatismi. Come uso esterno, si applicano le foglie sugli ascessi, per favorirne la maturazione.
Per uso alimentare si utilizzano i germogli ed anche le infiorescenze immature come verdura cotta o soffritta in padella o come componente della "frite".
Gli è simile il Chenopodium album, con foglie di colore più chiaro e con le stesse proprietà.
E ora alcuni consigli di natura culinaria.
Gnocchi: Sbollentare il buon enrico in acqua salata, scolare. Frullare assieme a uova, farina, ricotta, noce moscata, sale. Preparare gli gnocchi e cuocerli in acqua bollente. Sciogliere del burro, assieme a qualche foglia di salvia, e versare sugli gnocchi ancora caldo, con una spruzzatina finale di formaggio stagionato.
Un mio amico ci aggiunge pure del brodo di pesce.
Mescedot: Sbollentare il buon enrico in acqua salata, scolare, tenendo da parte un pò di acqua di cottura. Aggiungere pane raffermo e lavorare il tutto finchè non si ottiene un impasto omogeneo. In padella rosolare l'aglio e quindi soffriggere pancetta o speck con, se gradito, peperoncino e sale. Unire all'impasto, facendo incorporare il tutto e servire caldo.
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