Silene dioica
Gittaione rosso
Vorele di ieùr
Il nome silene deriva da Sileno, maestro di Bacco, gran bevitore dal ventre gonfio come il calice della pianta, che risulta perenne, alta fino a 80 cm., uniformemente pelosa.
La forma delle foglie, sessili (senza peduncolo) e pelose, ovali ed allungate ( lanceolate ) è simile alle orecchie delle lepri, da cui il nome.
L'antesi (fioritura) avviene da aprile a novembre.
I fiori sono dioici, o maschili con stami, o femminili con pistilli, dotati di cinque petali di un color rosa intenso, i sepali uniti in un calice rigonfio, bruno, peloso e vischioso.
Cresce al limitare dei boschi, nei prati concimati; ama ambienti umidi e la troviamo da 400 a 2300 m. di quota.
Non ha uso terapeutico, ma solo culinario. Vengono utilizzate le foglie, cucinate allo stesso modo della vulgaris, con una resa migliore, date le maggiori dimensioni.
Un utilizzo particolare lo si ha nella preparazione di un ripieno per ravioli, assieme a ricotta affumicata.
Simile è la Silene Alba, dai fiori color bianco, con la quale è interfeconda, generando fiori rosa.
Molto bene... ma la stagione micologica quando entrerà nel vivo? Un appassionato cercatore di funghi
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