mercoledì 18 gennaio 2012

Orecchio di Giuda.

Orecchio di Giuda.
Auricularia auricula-judae
Questo simpatico fungo dall'aspetto gelatinoso dal colore vinato, violaceo, cresce sui ceppi di platano nel parco di fronte casa mia, a cominciare dalla primavera alla caduta delle prime piogge.
Da adulto diventa coriaceo e duro.
Gli orientali lo consumano da giovane crudo in insalata e lo considerano una leccornia, attribuendogli anche delle proprietà medicinali come antiemorroidale.
Da noi occidentali non è invece gradito per la sua consistenza gelatinosa.
Consumi prolungati causano una sindrome detta di Szechwan, descritta per la prima volta nel 1980 da un ematologo del Minnesota, caratterizzata da emorragie e porpore emorragiche.
La sindrome prende il nome da una regione della Cina dove il fungo viene coltivato e consumato.
Il decorso dell'intossicazione è generalmente benigno, anche se viene aggravato dall'associazione con farmaci antiaggreganti piastrinici ( aspirina, zenzero..) o consumo di quantità eccessive.
Il fungo è saprofita.

mercoledì 11 gennaio 2012

Memento.

" Io non avrò mai per male che voi mi palesiate i miei errori."
Galileo Galilei

Intossicazione da botulino.

Durante le feste natalizie ho letto questo articolo su un quotidiano: " Pensionato di 60 anni ricoverato in Ospedale per aver mangiato funghi porcini sott'olio regalatigli da un amico. La persona al momento del ricovero presentava dilatazione delle pupille, sdoppiamento della vista, difficoltà di movimento, mancata coordinazione della faringe e paralisi dal capo al torace." Cos'era successo? Tra i funghi porcini si nascondevano le pericolose tossine di un batterio ( il Clostridium botulinum) che vive in condizioni di anaerobiosi ( in mancanza di ossigeno) e bassa acidità ( ph superiore a 4.6, valore che scongiura qualsiasi possibilità di crescita del batterio). La tossina è uno dei più potenti veleni conosciuti: bastano 75 nanogrammi di tossina pura per uccidere un essere umano e 450 grammi per far scomparire ogni essere umano dalla faccia della terra.
Il nome botulino deriva dal latino " botulus (salsiccia) " poichè il primo caso di intossicazione documentato è dovuto al consumo di salsiccie in Germania nel 1820.
La tossina viene distrutta dal calore ( 80 °C per 15 minuti), mentre le spore resistono fino a 120 °C.
I primi sintomi insorgono dopo 18-48 ore dall'ingestione e consistono in nausea, vomito, diarrea, disturbi della vista, difficoltà di deglutizione, secchezza delle fauci, difficoltà di parola e di deambulazione.
Esiste un siero antibotulinico, ma deve essere somministrato il prima possibile, pena la morte nel 70% dei casi.
E' meglio quindi non consumare conserve casalinghe che all'apertura emanano gas, presentano cattivo odore, hanno tappo bombato verso l'alto. Ricordatevi che il botulino non sempre causa cattivi odori.
Oltre al botulismo alimentare esistono altre due forme: quello infantile, che colpisce i bambini al di sotto del'anno di età, generalmente per il consumo di miele; e quello da lesione, dovuto all'infezione di ferite da parte del batterio.

martedì 3 gennaio 2012

La borragine.

Borrago officinalis L.
Ecco una piantina che cresce da 0 a 1000 m. s.l.m., praticamente ubiquitaria, cresce ai margini dei campi, negli incolti, ai piedi dei vecchi muri e sulle macerie, a basse quote comincia a fiorire già da gennaio fino ad autunno inoltrato. Tutta la pianta appare ricoperta di una fitta peluria, facilmente riconoscibile per i tipici fiori a stella con cinque petali, di un blu stupendo con stami quasi neri. Si raccolgono le grandi foglie irsute dal sapore di cetriolo ed anche i boccioli ed i fiori.
Le foglie crude si consumano in insalata, oppure cotte in minestre o frittate, oppure come componenti per ripieni nei ravioli mescolati a ricotta, conditi con sugo rosso di porcini od ancora nelle creme d'erbe miste per condire risotti ai funghi. Le foglie centrifugate con crescione e tarassaco danno un succo depurativo eccellente per la carnagione. L'infuso è efficace per calmare la tosse nelle bronchiti, viste le proprietà emollienti dei fiori. Tutte le preparazioni devono essere filtrate per eliminare i peli.

lunedì 2 gennaio 2012

Linneo: il padre della nomenclatura binomiale ( 1735 ).

A quanti di voi sarà capitato di indicare il nome di una pianta o di un animale e di non essere capiti perché il vostro interlocutore indicava quello stesso organismo con un nome totalmente diverso? In Carnia capita che il nome cambi addirittura da un paese (campanile) a quello distante pochi chilometri. Fatene una prova!
Succede ora e succedeva ai tempi di Karl von Linné ( italianizzato in Carlo Linneo), che per primo provvide a porre rimedio a ciò, suggerendo di indicare ogni organismo con 2 nomi in latino ( lingua del sapere ai suoi tempi: l'inglese moderno), da cui nomenclatura binomiale: il primo indicante il genere di appartenenza, il secondo la specie. Riporto di seguito alcuni esempi:
Felis leo: genere felini, specie leone;
Macrolepiota procera: genere lepiota, specie procera;
Chelidonium majus L.: genere Chelidonium, specie majus.
La L. aggiunta dopo la denominazione indica la classificazione Linneana.
Negli esemplari che io riporterò a questa denominazione aggiungerò anche quella italiana e quella del mio paese natale: vi prego di aggiungere le vostre.